Nuove intercettazioni sulle psicologhe di Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi.
Ci sono novità sul caso di Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti sua figlia Diana di 18 mesi, e le psicologhe accusate di favoreggiamento e falso. Infatti, sono spuntate delle intercettazioni che hanno svelato ulteriori dettagli sull’operato delle professioniste che risultano indagate in seguito alla redazione di una relazione sulla capacità mentale della Pifferi. Secondo il pubblico ministero Francesco De Tommasi, infatti, le donne avrebbero operato una “manipolazione” sulla imputata presentando una tesi difensiva alternativa basata su un presunto deficit intellettivo.
Alessia Pifferi, il dettaglio omesso dalla psicologa
Sono attesi gli interrogatori delle psicologhe di Alessia Pifferi alle quali verranno chieste spiegazioni anche su alcune delle conversazioni intercettate e finite al centro dell’inchiesta.
Tra gli ultimi dettagli emersi e riportati da Open e da Il Giorno, anche quello relativo ad una omissione importante fatta da una professionista in merito al giorno di Natale.
“È ancora in isolamento lei eh! Il giorno che sono andata alla festa di Natale, a fare il pranzo con lei, non l’ho scritto!”, avrebbe detto una delle psicologhe, intercettata il 13 gennaio parlando con la collega.
Le due professioniste, secondo le indagini della Polizia penitenziaria, avrebbero falsificato altre volte il “diario clinico” della donna accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi.
Dalle numerose intercettazioni agli atti, oltre al pranzo di Natale che è stato omesso, risultano altri dettagli. Per esempio di come fossero ben informate sul lavoro dei periti nell’accertamento psichiatrico in corso. “Era contenta l’avvocato?”, aveva detto sempre una delle due il 13 gennaio. E l’altra: “Sì, era contenta, ha detto ‘io non avevo dubbi su di voi eh!’ […] è stata carina ad avvisarci anche prima delle conclusioni”.
Tra le altre intercettazioni, anche una del 5 gennaio dove si sentirebbe dire dalle due professioniste: “Voglio dire… la Pifferi avevamo bisogno che il test confermasse! L’ha confermato! (…) Col c…che gliel’avrei fatto! Hai capito? […]”.
Gli incontri in carcere
Secondo le ricostruzioni della Procura, le due psicologhe avrebbero avuto in totale cinque incontri in carcere, tra il 6 dicembre e il primo gennaio, con la Pifferi. Questi sarebbero avvenuti mentre le attività della perizia psichiatrica erano in corso.
Inoltre ci sarebbero stati “contatti frequenti tra l’attuale difensore” e una delle due psicologhe. Tutto questo, secondo il pm De Tommasi risulta essere una “anomalia“, tenuto conto che “di norma gli esperti del carcere” non hanno “contatti diretti con i difensori delle persone detenute”.